Indietro

Gioco, responsabile del futuro del settore

L'intervista di PressGiochi.it alla Fondazione FAIR.

In Italia non esistono Fondazioni indipendenti dedicate al Gioco Responsabile. È per colmare questo vuoto che è nata la Fondazione FAIR con l’obiettivo di promuovere una cultura del gioco che metta al centro la prevenzione, nonché il rispetto e la tutela delle persone, attraverso lo sviluppo di filoni di ricerca scientifica, studi e ricerche. Fair si propone come punto di riferimento aperto a tutte le organizzazioni desiderose di contribuire alla ricerca, all’ascolto e all’innovazione nel campo del Gioco Responsabile, con l’obiettivo di coinvolgere e includere anche altri attori del settore per affrontare in maniera scientifica la sfida cruciale per il futuro dell’industria del gioco. La prima tappa del lavoro della fondazione è stata quella di esaminare il panorama globale del mercato e gli strumenti del Gioco Responsabile, con l’obiettivo di identificare le migliori pratiche internazionali e valutare potenziali opportunità per il mercato italiano. Verranno approfondite tematiche cruciali come i comportamenti, la comunicazione, la relazione con i giocatori e l’uso e l’impatto della tecnologia per contribuire a sviluppare proposte e azioni preventive rispetto ad eccessi nell’attività di gioco.

Per saperne di più, PressGiochi.it ha incontrato il presidente della fondazione, il prof. Matteo Caroli, e il direttore generale Stefano De Vita.

Ma quali sono gli obiettivi della Fondazione? Perché una fondazione sul gioco responsabile?

La Fondazione FAIR – spiega il presidente Matteo Caroli – nasce su iniziativa di Sisal dall’esigenza di promuovere un nuovo approccio al Gioco Responsabile basato su studi e ricerca. La prima ricerca della Fondazione, che ha esaminato il panorama globale del mercato e gli strumenti del gioco responsabile, con l’obiettivo di identificare e studiare le migliori pratiche internazionali e valutare potenziali opportunità per il mercato italiano, ha evidenziato la mancanza in Italia di un modello di gioco responsabile condiviso, comune e accessibile a tutti. In Italia non esistono Fondazioni indipendenti dedicate al gioco responsabile: vogliamo creare un’infrastruttura che fornisca dati e know-how accessibili a tutti, contribuendo così a regole comuni per creare conoscenza e consapevolezza sul Gioco Responsabile”.

Quali saranno le attività e i principali filoni di studio sui quali vi concentrerete?

A rispondere è il direttore generale Stefano De Vita: “La Fondazione FAIR intende diventare il primo Hub italiano interamente dedicato alla promozione di una cultura del gioco responsabile che metta al centro il rispetto e la tutela delle persone, sviluppando filoni di ricerca scientifica, studi e analisi, promuovendo collaborazioni e attività di studio con soggetti terzi qualificati con un approccio multidisciplinare.

Andremo innanzitutto a sviluppare un modello di analisi comportamentale per ottenere informazioni su come agire per prevenire e mitigare situazioni di gioco problematico. Abbiamo poi l’obiettivo di promuovere collaborazioni e attività di studio con soggetti terzi qualificati, adottando così un approccio multidisciplinare e aperto al confronto con tutti”.

Tra gli obiettivi della Fondazione c’è quello di fornire dati e stimoli al Governo impegnato nella riforma del mercato?

La Fondazione ha l’opportunità di fungere da cerniera tra l’esigenza pubblica di proteggere i consumatori e gli investimenti delle aziende private nella prevenzione del gioco problematico. Ciò che ci proponiamo – continua Caroli – è un approccio che guardi alla prevenzione e non solo alla presa in carico del gioco problematico, attraverso una collaborazione che coinvolga attivamente attori pubblici, privati e sociali sulla base di evidenze e ricerche ‘fact-based’. La scelta di una fondazione aperta al contributo di tutti riflette l’obiettivo di confrontarsi con tutti gli stakeholder; l’attesa riforma del settore del gioco, iniziata con l’online, rappresenta una prima importante occasione di confronto con le istituzioni e i decisori pubblici”.

Quanto e in che modo le nuove tecnologie, in particolare l’AI, possono contribuire nel campo della prevenzione del gioco problematico dal punto di vista dello sviluppo aziendale?

Con l’espansione del mercato online – afferma De Vita – si presenta un’opportunità unica per integrare i tradizionali metodi di ricerca comportamentale con gli algoritmi di intelligenza artificiale. Questa integrazione ci consente di cogliere segnali deboli e comportamenti sottili che possono indicare rischi di sviluppare abitudini di gioco problematiche.

È importante sottolineare che gli strumenti di analisi non sono il fine ultimo, ma servono come mezzi per identificare, prevenire e mitigare i comportamenti problematici. L’obiettivo è garantire un ambiente di gioco sicuro e responsabile per tutti i partecipanti. L’integrazione di questi strumenti avanzati non solo migliora l’efficacia della prevenzione, ma dimostra anche un impegno tangibile nel promuovere il gioco responsabile e nel proteggere i giocatori da possibili rischi legati al gioco”.

Guardando alle best practices europee, cosa manca davvero in Italia per implementare un sistema di prevenzione migliore?

Il panorama del gioco responsabile in Italia – spiega il presidente – risulta estremamente frammentato, con diversi attori e operatori del settore che intraprendono iniziative isolate e dove, in linea generale, prevale un modello tradizionale di presa in carico/cura dei giocatori problematici. Manca, ancora, una vera ambizione nel pensare alla prevenzione e alla costruzione di un modello di gioco sostenibile anche perché, la ricerca che abbiamo condotto attraverso la società di consulenza OC&C, ha osservato in Italia la mancanza di un modello unico di ricerca e studio indipendente condiviso e accessibile a tutti.

In Italia, come abbiamo già sottolineato, non esistono Fondazioni indipendenti interamente dedicate allo studio e alla promozione del gioco responsabile. Abbiamo quindi identificato modelli di successo adottati in diversi Paesi che ci hanno ispirato a creare una struttura simile in Italia. Vogliamo applicare le lezioni apprese da queste esperienze per informare e guidare le nostre azioni e importare le migliori pratiche da queste esperienze, adattandole al contesto italiano”.

Cosa ci riserverà nei prossimi mesi la Fondazione?

Uno dei temi centrali della Fondazione sarà la comunicazione, non intesa come azione di promozione pubblicitaria, bensì come divulgazione. Sarà compito della Fondazione divulgare, mettendole a disposizione di tutti, le informazioni che ad oggi esistono sui temi di gioco responsabile. Sul sito www.fondazionefair.org si può già trovare una ricca biblioteca su studi e ricerche già sviluppate in campo internazionale, oltre che notizie ed eventi sul tema. Nei prossimi mesi la Fondazione proseguirà con azioni di ricerca, studio, analisi e approfondimento, con particolare attenzione ai giovani ricercatori cui metterà a disposizione alcune borse di studio. L’attenzione verso i giovani rappresenta infatti un pilastro fondamentale della Fondazione, la quale considera i giovani come il motore per lo sviluppo delle potenzialità del settore del gioco: con le loro visioni fresche e disincantate, prive di pregiudizi rispetto a certe regole del gioco, i giovani possono contribuire in modo significativo allo sviluppo del gioco responsabile” conclude De Vita.

Fonte originale: PressGiochi.it

Iscriviti alla newsletter e rimani aggiornato sulla Fondazione FAIR