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Ewa Bakun, "La panoramica internazionale sul tema del gioco responsabile".

L'intervista a Ewa Bakun, Director of Industry Insight and Engagement di Clarion Gaming.

Alla luce della sua esperienza in questo settore e della sua visione internazionale, quanto ritiene importante oggi occuparsi di Gioco Responsabile?

Il gioco d'azzardo responsabile è sempre stato molto importante da affrontare e da realizzare. Ma non c'è dubbio che oggi il settore si concentri molto di più su questo tema rispetto a 5 anni fa. Ho assistito a questa evoluzione nel corso degli anni, lanciando, sviluppando e facendo crescere la Sustainable Gambling Zone all'ICE (precedentemente chiamata Consumer Protection Zone). Questa sezione e area dell'evento dedicata al gioco responsabile é di per sé è un riflesso dell'evoluzione dell'attenzione che il settore, in seguito alle pressioni normative, ha posto sul gioco d'azzardo più sicuro. Oggi non è più visto solo come un obbligo di conformità normativa ma sta diventando centrale nella strategia di molti operatori leader e nelle discussioni dei loro Board.

Pensa che l'industry egli operatori di gioco stiano facendo abbastanza per promuovere una cultura del gioco inclusiva e responsabile? Cosa sta funzionando e cosa no, secondo lei?

Penso che ci siano molte aziende che sono all'avanguardia nella comunicazione e nelle azioni che mettono la sicurezza del giocatore al centro dei proprio prodotti, ma la maggior parte dell'industry probabilmente sta ancora lavorando per recuperare. L'industry, o almeno la parte più progressista di essa che opera in mercati altamente regolamentati, sta facendo molto di più rispetto agli anni precedenti, ma mi asterrei dall'affermare se sia sufficiente - in quanto alla fine, i giocatori con comportamenti problematici o con danni da gioco d'azzardo esistono ancora, e senza dubbio si potrebbe sempre fare di più. Le attività dei concessionari sono per lo più intraprese come richiesto e imposto dalle normative e dalla necessità di rimanere conformi, ma fortunatamente alcuni operatori sono proattivi e fanno di più di quello che sono obbligati a fare per legge, dando veramente valore aggiunto.

Quali sono, secondo lei, le principali criticità nel modo in cui il gioco responsabile viene attualmente implementato e comunicato?

Credo che i progressi tecnologici nel campo dell'analisi dei giocatori e dell'intelligenza artificiale stiano davvero cambiando il paradigma del gioco d'azzardo e stiano spostando la conversazione, e le azioni intraprese, dal trattamento dei danni da gioco alla loro prevenzione. Ciò significa che l'Industry ha un ruolo molto più attivo da svolgere, in quanto può effettivamente partecipare agli sforzi per individuare i comportamenti a rischio e prevenirne lo sviluppo, invece che limitarsi a fornire strumenti di autoesclusione ai giocatori e a considerare la problematicità come una situazione già presente e da trattare, come competenza dei servizi sanitari e non dell'Industry stessa. 

C'é una maggiore pressione sull'Industry affinché sia proattiva e investa in strumenti che aiutino la protezione dei giocatori e dunque anche l'opportunità di salvaguardare i giocatori stessi e, auspicabilmente, di trattenerli sostenendoli nello sviluppo di abitudini di gioco sane a lungo termine.

Come pensa che vengano affrontate le sfide legate alla regolamentazione e alla responsabilità sociale nel gioco responsabile? Vede qualche differenza da questo punto di vista a livello internazionale?

Vedo una differenza nell'interazione tra le normative e le azioni dell'industry. I regolatori europei sono stati molto più proattivi e prescrittivi nell'obbligare l'industry a salvaguardare i giocatori attraverso varie misure di gioco responsabile. Ciò significa che, anche se forse i mercati europei sono più avanti nell'implementazione, lo fanno principalmente a causa dell'obbligo piuttosto che considerarlo una prerogativa commerciale. Il Nord America, con la sua mentalità normativa meno intrusiva nelle scelte dei consumatori, ha un ambiente più permissivo per quanto riguarda il gioco d'azzardo più sicuro. Anche qui però gli operatori cominciano ad adottare misure più proattive, forse ispirati anche dalle lezioni dell'Europa e dalla prospettiva che le normative diventino più restrittive in futuro. Sono molto interessata a vedere l'impatto a lungo termine del mandato normativo sulle azioni dei mercati e se maggiori tutele per i giocatori possano essere viste anche come una prerogativa commerciale.

Quali sono, secondo lei, i Paesi da cui l'Italia potrebbe prendere esempio nella prevenzione del gioco problematico e nella comunicazione del Gioco Responsabile? Può farci qualche esempio?

Senza dubbio il Regno Unito è stato il più avanzato grazie alle misure di regolamentazione e alla riforma della legge sul gioco d'azzardo. Non penso tuttavia che le restrizioni normative siano necessariamente la soluzione unica da seguire, perché spesso non sono basate su dati concreti, ma piuttosto su reazioni politiche a pressioni esterne. Penso che l'Italia e altri Paesi, che forse non sono stati i primi, abbiano ora l'opportunità di osservare l'efficacia di queste misure messe in atto per replicare o adattare quelle che più funzionano anche nei propri contesti.

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